Il Premio La Marmora
Trae nome dal generale piemontese Alberto Ferrero della Marmora, geografo ed esploratore che rese celebri le non indifferenti risorse minerarie e ambientali della Sardegna.
Il Premio fu istituito nel 1977 e divenne poi patrimonio comune dei Rotary Club di Cagliari.
Viene assegnato a chi, non sardo, in vari campi dell’arte, cultura, economia, scienza, ha contribuito con studi, iniziative e opere, alla valorizzazione e al progresso della Sardegna.
Giunto alla XXXI edizione è stato finora assegnato: alla Rockefeller Foundation, per l’eradicazione della malaria; alle Forze Aeree tedesche della base di Decimomannu, per la raccolta del sangue per i bambini microcitemici; al francese Maurice Le Lannou, per gli studi di geografia umana; al tedesco Max Leopold Wagner, per gli studi sulla lingua sarda; a Sabatino Moscati, per gli studi sui monumenti fenicio-punici; allo spagnolo Federico Udina Martorel, per aver favorito le ricerche sul periodo medioevale; a Pier Virgilio Arrigoni, per gli studi sulla flora; ad Aligi Sassu, per aver trasferito nei suoi quadri i colori dell’isola; al WWF Italia, per l’opera di salvaguardia delle bellezze naturali; al cardinale Sebastiano Baggio, per il contributo allo sviluppo della chiesa sarda; a Corrado Maltese, per aver inserito l’arte sarda su più vasti scenari; a Costantino Fassò, per lo sviluppo della scuola d’ingegneria idraulica; all’americano John Day, per gli studi sul medioevo; a Marcello Siniscalco, per il contributo agli studi di genetica; agli Alpini di Trento, per l’intervento di recupero della casa di accoglienza delle Evaristiane nell’Oristanese; a Gian Marco Moratti, per aver creato il polo industriale di Sarroch; a Marco Tangheroni, per gli studi su Iglesias città dell’argento; al giapponese Shigeaki Sugeta, per le sue ricerche e studi sulla lingua sarda; all'americano Richard L. Price, per il suo contributo alla conoscenza delle problematiche del turismo in Sardegna; alla Brigata Sassari, per aver onorato la Sardegna nel mondo con il valore e l'umanità dimostrati nelle missioni di pace; ad Eduardo Blasco Ferrer, per il suo contributo alla conoscenza della lingua sarda; al tedesco Otmar Seuffert, per le ricerche svolte in Sardegna nel campo della geoecodinamica; a Clara Gallini, per gli studi sulla cultura e la religiosità in Sardegna; a Piero Bartoloni, per aver diffuso l'immagine della Sardegna attraverso importanti ricerche; a Giacomo Tachis, per aver portato nel mondo la generosità, i profumi ed i sapori della Sardegna attraverso i nobili vini da lui creati; al Forte Village Resort, per lo sviluppo del settore turistico; all'Istituto di Radioastronomia di Bologna, per il grande Sardinia Radio Telescope realizzato a San Basilio; al professor Alessandro Riva, per aver valorizzato le Cere Anatomiche di Clemente Susini; a Fulvia Lo Schiavo, per gli studi sulla civiltà nuragica; a Luna Rossa, per aver scelto la Sardegna e Cagliari per la preparazione alla sfida internazionale dell'America's Cup; al giornalista e scrittore Beppe Severgnini, per l'attenzione costantemente riservata alla Sardegna e alla sua gente nella sua attività professionale.